Leggi antidiscriminatorie
Le leggi antidiscriminatorie tutelano i cittadini appartenenti a minoranze o gruppi contro possibili violenze, persecuzioni o delitti motivati da odio. Il Parlamento europeo è intervenuto più volte chiedendo agli stati membri di legiferare in materia antidiscriminatoria con risoluzioni che, più o meno sinteticamente, ribadivano la necessità che venissero adottate legislazioni antidiscriminatorie in vari ambiti daglle legislazioni nazionali, tenendo conto fra le altre, e allo stesso titolo, anche della discriminazione antiomosessuale. Il 26 settembre 2000 la stessa Assemblea ha approvato, con la maggioranza del 77 per cento, una nuova raccomandazione (n. 1474) a tutti gli Stati membri ad introdurre una completa legislazione antidiscriminatoria (oltre che a riconoscere la parità di diritti per le coppie omosessuali e ad includere un divieto esplicito di discriminazioni basate sull’orientamento sessuale nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali). Molti Stati europei hanno adottato iniziative per allinearsi alle due direttive UE del 2000: la direttiva sull’uguaglianza razziale (2000/43/CE), che vieta, nella vita di tutti i giorni, la discriminazione fondata sulla razza o sull’origine etnica, e la direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione (2000/78/CE), che vieta la discriminazione, in materia di occupazione e formazione, fondata sulla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale.
Le leggi antidiscriminatorie tutelano i cittadini appartenenti a minoranze o gruppi contro possibili violenze, persecuzioni o delitti motivati da odio. Il Parlamento europeo è intervenuto più volte chiedendo agli stati membri di legiferare in materia antidiscriminatoria con risoluzioni che, più o meno sinteticamente, ribadivano la necessità che venissero adottate legislazioni antidiscriminatorie in vari ambiti daglle legislazioni nazionali, tenendo conto fra le altre, e allo stesso titolo, anche della discriminazione antiomosessuale. Il 26 settembre 2000 la stessa Assemblea ha approvato, con la maggioranza del 77 per cento, una nuova raccomandazione (n. 1474) a tutti gli Stati membri ad introdurre una completa legislazione antidiscriminatoria (oltre che a riconoscere la parità di diritti per le coppie omosessuali e ad includere un divieto esplicito di discriminazioni basate sull’orientamento sessuale nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali). Molti Stati europei hanno adottato iniziative per allinearsi alle due direttive UE del 2000: la direttiva sull’uguaglianza razziale (2000/43/CE), che vieta, nella vita di tutti i giorni, la discriminazione fondata sulla razza o sull’origine etnica, e la direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione (2000/78/CE), che vieta la discriminazione, in materia di occupazione e formazione, fondata sulla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale.
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