Strage di Brescia, tutti assolti gli imputati

La mattina del 28 maggio 1974 una bomba esplode sotto i portici di piazza della Loggia a Brescia, mentre è in corso una manifestazione antifascista indetta dai sindacati e dal Comitato antifascista. L’attentato rivendicato dalla formazione neo-fascista Ordine Nero, provoca otto morti e più di novanta feriti. L'ordigno era stato posto in un cestino portarifiuti e fatto esplodere con un congegno elettronico a distanza. Due istruttorie si susseguono negli anni: la prima porta a processo, nel 1979, diversi esponenti della destra radicale bresciana. In secondo grado, nel 1982, la sentenza di condanna viene annullata. L’assoluzione definitiva per tutti gli imputati arriva con la Cassazione nel 1985. La seconda istruttoria indica come imputati altri esponenti dell’estrema destra fra cui Mario Tuti. Anch’essi saranno prosciolti per insufficienza di prove (1989). Il fascicolo di una terza istruttoria pendente presso la Procura di Brescia indica l'assoluzione di tutti gli imputati. Il 16 Novembre 2010 viene sancito che per la Strage di Piazza della Loggia non vi sono colpevoli. Il 16 Novembre 2010 irrompe una notizia che ci riporta indietro agli anni più bui della storia d'Italia, quelli dell'eversione nera delle bombe neo-fasciste "nelle banche, nelle piazze", "stragi di Stato" secondo gli attivisti dei movimenti, gli antifascisti e i comitati dei parenti delle vittime. Una verità negata attraverso segreti di Stato, depistaggi e sentenze nelle aule giudiziarie. Con questa sentenza si consuma l'ennesimo schiaffo nei confronti della verità storica, nei confronti delle vittime e dei loro parenti e contro la democrazia che è anzitutto un diritto di tutti i cittadini di sapere, oltre i segreti degli apparati e le necessità della "ragion di Stato". Piazza della Loggia Brescia ma anche Piazza Fontana a Milano, e l'Italicus e Ustica, i segreti di Stato sono davvero ancora troppi e dopo oltre 40 anni di menzogne pesano come macigni.

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